Due passi avanti (Brescia e Vicenza) e uno indietro (Verona)
Amministrative di maggio. Scarsa affluenza, Lega e FdI dominatori nei comuni veronesi, benino Sona. Un punto di partenza per l’area tommasiana
di Andrea Magro
Cosa ci lascia la tornata elettorale amministrativa di maggio? A Verona si è votato in sette comuni della Provincia di Verona: Villafranca, Bussolengo, Sona, Castel d’Azzano, Lazise, San Mauro di Saline, Ferrara di Monte Baldo. È spesso difficile trarre indicazioni generali rispetto alle elezioni amministrative e lo è ancor di più quando il numero dei comuni che vanno al voto è limitato. Anche perché intervengono fattori locali che non sono generalizzabili. Comunque anche da queste elezioni si può trarre qualche indicazione e si può azzardare qualche ragionamento.

Innanzitutto i numeri ci dicono che rimane alta la percentuale di persone che non si recano alle urne; nei comuni maggiori (Bussolengo, Sona, Villafranca) l’affluenza, seppure in aumento rispetto a 5 anni fa, rimane sotto il 60%. Il dato continua ad essere preoccupante e lo è ancor di più se si pensa che le elezioni amministrative hanno una ricaduta diretta sulla vita dei cittadini, che la possibilità di conoscenza diretta di un candidato è maggiore rispetto ad altre elezioni, che i cittadini possono scegliere direttamente la persona da eleggere a sindaco o a consigliere, ma nonostante questo ancora alto rimane il numero delle persone che non votano.

Centrodestra diviso ma vittorioso
Per quanto riguarda i risultati, senza addentrarsi troppo nei numeri, emerge chiaramente come, nonostante le pesanti divisioni interne, il centrodestra sia il vincitore di queste elezioni amministrative. Se si esclude il caso di Bussolengo, in cui i partiti che sostengono il Governo Meloni presentavano 3 distinti candidati, e dove è risultato eletto l’uscente Brizzi a capo di una coalizione civica trasversale, negli altri casi a contendersi la vittoria sono stati esponenti di Lega e di FdI.
Va segnalato per il centrosinistra l’importante risultato di Sona. La candidata di espressione civica Chimichella è rimasta esclusa per soli 25 voti dal ballottaggio, ma la coalizione è stata capace di avviare un dialogo con il candidato Gianfranco Dalla Valentina che ha portato all’apparentamento ufficiale al secondo turno. Apparentamento che è stato decisivo per la vittoria di Dalla Valentina e che permette quindi l’ingresso in amministrazione di esponenti del centrosinistra in un comune in cui prima non vi erano consiglieri di centrosinistra in Consiglio comunale.
Per il centrosinistra una lunga strada
Se il centrodestra, seppur pesantemente diviso, in provincia sorride e dimostra di essere ben radicato, il centrosinistra ha ancora una lunga strada davanti. Si sapeva che non sarebbero state elezioni facili, sia per il contesto nazionale, sia per le caratteristiche dei comuni che andavano al voto, e i risultati confermano le previsioni della vigilia. Il centrosinistra è in difficoltà dal punto di vista del radicamento, della presenza sui media, della capacità di reperire risorse economiche ed umane per affrontare al meglio questo tipo di elezioni. L’impegno di quasi tutte le forze politiche che si riconoscono nella coalizione che sostiene Damiano Tommasi per presentare liste e candidati sindaci condivisi è un elemento di novità molto positivo, che ha permesso di essere presenti in tutte le elezioni, ma da solo non è sufficiente per rendere la proposta vincente. Si è comunque fissato un punto di partenza dal quale iniziare un percorso che porti a costruire anche al di fuori del perimetro cittadino un’area che sia percepita come reale alternativa di governo e in cui possano identificarsi sia i cittadini che si riconoscono nell’area del centrosinistra, sia tutte le persone alla ricerca di un punto di riferimento civico ispirato ai valori che caratterizzano l’amministrazione Tommasi.
Brescia e Vicenza. E in mezzo Verona
Un’ultima riflessione sul voto nel Comune di Brescia e in quello di Vicenza, i due comuni capoluogo confinanti con la Provincia di Verona. I risultati qui sono molto positivi. La netta vittoria al primo turno del centrosinistra con Laura Castellini a Brescia e il successo al ballottaggio a Vicenza di Giacomo Possamai, confermano come sull’asse Milano-Padova una proposta politica come quella che a Verona è incarnata da Damiano Tommasi riscuota il consenso dell’elettorato. La vittoria di Giacomo Possamai apre per Verona scenari nuovi in termini di sinergie, alleanze, peso politico a livello regionale. Oggi però Verona può ambire anche ad altro essendo il centro di un’area vasta, che si può allargare anche a Mantova e Rovigo, con amministrazioni omogenee: una sorta di cerniera che tiene unito il Nord-Est con la Lombardia. Sta alla nostra città ora far sì che tale centralità non si limiti ad essere geografica, ma diventi strategica. È un’opportunità di sviluppo e di apertura al mondo che esiste fuori dalle sue mura che va coltivata per realizzare quella “Verona Europea che cresce e che ama la bellezza”, punto fondamentale del programma di governo di Damiano Tommasi.